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IL PORTIERE DI NOTTE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 30 ottobre 1974
 
di Liliana Cavani, con Dirk Bogarde, Charlotte Rampling, Philippe Leroy, Isa Miranda, Gabriele Ferzetti (Italia, 1974)
Il nazismo è un germe che portiamo in noi, allo stato latente, e che attende soltanto il pretesto per scatenarsi. Non è quindi un movimento astratto, una teoria esemplificata. Ma una degenerazione che imbeve gli individui fino alle cellule più recondite, fino alle risonanze più intime della loro psiche. IL PORTIERE DI NOTTE, che la gente è corsa a vedere per le stesse ragioni per le quali e corsa a vedere EMMANUELLE, così come era corsa a vedere ULTIMO TANGO A PARIGI con lo stesso spirito con il quale faceva la coda per MALIZIA, è il tentativo in parte riuscito di visualizzare questo dramma.

Ancora una volta si dimostra come fare del cinema valido significhi sapere inserire una vicenda in un ambiente. Il film della Cavani è di notevole significato fino a quando l'ambiente riesce a significare il racconto, e cioè nella prima parte. L'incontro tra Dirk Bogartids e Charlotte Rampling (perfetti, specie il primo) è immerso nell'atmosfera cupa e soffocante, piena di reminiscenze, decadente e morbosa dell'albergo. Le tinte sono livide, bagnate dalle ombre tenaci di un mondo che sfugge la luce del sole, l'aria libera, la chiarezza del rapporto umano come i personaggi che lo popolano.

Quando i due escono nella città, nell'appartamento di Bogarde, l'aneddoto prende il sopravvento sulla cura dell'ambientazione. E scade, immediatamente, ad aneddoto, appunto. Con quello che di meccanico comporta, di romanzesco, di letterario (le catene, i cocci, le sparatorie, ecc.) di falso. Nell'universo kafkiano del portiere, negli sprazzi abbaglianti sul passato dei campi di concentramento, il film è sapiente, approfondito, originale nel suo tentativo di sviscerare un significato nuovo nel rapporto eterno vittime-aguzzino. Nelle conclusioni, per non parlare del finale sconcertante, la serietà dell'assunto scade, e di molto. Ricordiamoci soltanto di tutto quanto di buono c'è nel film, che non è poco.


   Il film in Internet (Google)

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